​“Sono nativo di Melegnano, vissuto a Melegnano. Mi sono sposato e abbiamo vissuto a Melegnano fino al 1998. Io avevo la casa a Melegnano e mia moglie aveva l’appartamento a Milano. In quel periodo lì, gli anni 70, la villetta, il giardino, il cane, l’indipendenza… rispetto a chi era in condominio erano un privilegio, così abbiamo detto: va bene andiamo a Melegnano! Mia moglie era venuta a Milano da piccola, a un anno, ha una mentalità aperta, cittadina, così, anche per l’Università della figlia, nel 1998 abbiamo deciso di trasferirci a Milano, in Gran Sasso. Siamo sempre stati qui: dalla campagna trasferiti in città e tuttora residenti in Gran Sasso”. Gian Carlo è nato il 6 febbraio 1939, sotto il segno dell’Acquario. Era un tecnico commerciale nel periodo, come racconta lui: “in cui c’era lo sviluppo in Italia, i produttori, i prodotti, i venditori erano molto richiesti…”.

Conosce bene il quartiere, partecipa alle attività, frequenta i negozi: “Sono un esperto degli acquisti, perché l’ho fatto anche come lavoro, lo vedo a colpo d’occhio, so già capire questo prodotto va bene e questo va male!” e ha un luogo preferito, legato a molti momenti: “Il mio luogo preferito è Piazza Piola, nei miei primi anni di lavoro, quando avevo 15 anni, ho lavorato in via Donatello, vicino a piazza Piola, per cui quando uscivo dal lavoro, vedevo questo movimento, signorine, ragazzi… in piazza Piola c’era il cinema Splendor, la domenica da Melegnano prendevo il pullman e venivo al cinema. La mia è una storia di una persona nata in campagna, vissuta sempre lì (vedevo dalla finestra quelle brinate, alzarmi al mattino vedere tutto bianco…) e poi arrivata a Milano: mi piace, ci sguazzo dentro… sto bene… l’unica cosa che mi accorgo, porta la vecchiaia è la commozione sia per le cose belle, sia brutte, anche raccontare le cose felici della mia vita, il riviverle, accade così, mi commuovo… Per me Milano è sempre stato un luogo di lavoro e divertimento… in quegli anni là, i miei 20 anni, da giovanotto, i primi anni di matrimonio. Nostra figlia è nata dopo 5 anni: quei cinque anni lì sono stati anni intensi, allora le feste infrasettimanali erano tante, avevamo sempre due borsoni rossi in corridoio, appena c’era una festa, via…. io dico sempre che quel periodo è stato lo zoccolo duro della nostra unione, con mia moglie Gabriella”.

Se la città potesse parlare che cosa direbbe ai milanesi?
Direbbe di essere un po’ più sociali verso gli altri, si è troppo egoisti e chiusi.

Una volta si incontrava una persona qualunque, si diceva buongiorno e si riceveva un buongiorno altrettanto cordiale, mentre oggi neanche si guardano le persone.
Direbbe ai cittadini di avere più rispetto. I personaggi pubblici dicono: ‘Milano ha il cuore in mano’, ma Milano se l’è scordato il cuore…”

Cosa sogna?
I miei sogni, quelli della vita, l’attività di studio e lavorativo li ho soddisfatti tutti… Il mio sogno attuale è di avere i prossimi 10 anni sereni, solo 10. Ho 78 anni, quindi arrivare ai 90 in salute, così. Ecco se dovessi dire cosa mi manca, direi il tempo e un po’ più di umanità da chi ho intorno.

Una cosa brutta e una cosa bella?
Brutta è la mancanza di educazione di cittadini e l’assenza di Polizia Locale…. un rapporto diretto… non c’è…. se ci fosse anche un agente in ogni piazza a me non darebbe fastidio… Bello, tutto ciò che offre ai cittadini, divertimento, istruzione, bellezze, antichità, c’è di tutto, Milano è una gran bella città. Adesso poi si vede questa trasformazione in metropoli… non si riconosce più…. Uno che prende il metrò ed esce a Garibaldi dice, dove sono?

Cosa vede dalla sua finestra?
Ah, stupendo dalla mia finestra… questo è l’orgoglio di mia moglie.
Siamo al quinto e vediamo tutto: io al mattino mi alzo e dico, mmhh, come è bianco quel tetto rosso, è gelato… Poi quando sono le 6.30, le 7 vedo tutte le lucine che piano piano si accendono, la vita che si muove, vedo gli alberi da sopra… tra cent’anni tutte quelle case lì a due piani mi sa che spariranno…. hanno grandi progetti sul Politecnico. Secondo me tutta quella zona – piazza Piola, piazza Aspromonte, fino a piazza Rimembranze di Lambrate – son tutte case basse e non dico grattacieli, però sicuramente costruiranno palazzi.

Che domanda farebbe alla città?
Le chiederei di avere un po’ più di civiltà.

Milano in un….

Odore
Il profumo dei tigli di via Benedetto Marcello

Colore
Azzurro

Sapore
Il cibo di casa e il pane del panettiere

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