“Dare forma e voce al futuro”: le adolescenze si raccontano attraverso il Rap. Un laboratorio di scrittura Rap che diventa strumento di narrazione di sé, del proprio quartiere, della propria visione del mondo, firmato ForMattArt, con la guida di Kiave.
Nei mesi scorsi, le aule dell’IC Console Marcello di Milano si sono trasformate in uno studio creativo, dove le parole hanno preso ritmo, significato e voce. Dentro al progetto “Dare forma e voce al futuro” – capofila Fondazione PIME, ForMattArt insieme al rapper e arteducatore Kiave, gli studenti e le studentesse della classe 3A della scuola secondaria di I grado hanno dato vita a un percorso straordinario di scrittura Rap.
Il Rap come linguaggio di sé e della propria realtà. Attraverso barre, beat e ritmi sincopati, i ragazzi si sono raccontati:
chi sono, da dove arrivano, quali passioni li abitano; come vedono il loro quartiere, Villapizzone e Console Marcello, con le sue luci e le sue ombre;
quali sogni coltivano, quali paure affrontano, quali contraddizioni osservano nella loro quotidianità.
I testi nati dal laboratorio sono potenti atti di auto-narrazione. Parlano di identità culturali diverse che convivono, di famiglie in viaggio tra continenti, di amore per il disegno, lo sport, la musica, i manga, i videogiochi. Raccontano la complessità del crescere oggi, tra aspettative e fragilità, tra sogni grandi e ansie sottili.
Il quartiere come palcoscenico urbano. I ragazzi hanno guardato al proprio quartiere senza filtri, con uno sguardo lucido e consapevole.
Da un lato la vita quotidiana fatta di vie strette, parchi piccoli, mercati di prossimità, comunità multiculturali che si incontrano; dall’altro i segnali di fatica, il degrado, il rischio di perdersi. Non un racconto stereotipato della periferia, ma uno sguardo pieno di sfumature, capace di riconoscere tanto le difficoltà quanto i punti di forza e di bellezza.
Non solo scrivere: anche registrare. Il laboratorio si è concluso negli studi Macro Beats(MI), dove i ragazzi hanno inciso i propri brani.
Un’esperienza emozionante che ha trasformato il proprio racconto in una produzione concreta, regalando ai ragazzi l’emozione di ascoltare la propria voce registrata e valorizzata per la prima volta. Un passaggio fondamentale per costruire fiducia nelle proprie possibilità e vivere un’esperienza professionalizzante.
Educare al racconto, non al giudizio. Il percorso ha confermato ancora una volta l’importanza di creare spazi in cui i giovani possano raccontarsi in prima persona. Non interpretati, non rappresentati dagli adulti, ma ascoltati nel loro modo di dire il mondo.
In tempi in cui sugli adolescenti vengono spesso cucite etichette superficiali, iniziative come queste restituiscono complessità e dignità alla loro voce.
Un ringraziamento speciale va a Mirko Filice in arte Kiave, che con sensibilità e competenza ha saputo guidare il gruppo nel trovare la propria voce, e a tutto il team educativo e didattico che ha reso possibile il progetto, in particolare alle professoresse: Caterina Mazza | Antonia Altomonte | Roberta Sciutteri | Linda Moroni | IC Console Marcello
Dare forma e voce al futuro non è solo un titolo. È una possibilità concreta.
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