ARTvocacy è la storia di un incontro: il filo rosso dell’ARTE abbraccia le azioni di ADVOCACY per dar voce a chi non ce l’ha.
Cuore delle progettazioni di ForMattArt, l’avvio e potenziamento di attività ArtEducative agite dentro e fuori la scuola, sviluppate a partire da diversi linguaggi artistici, in particolare, teatro, musica e arti visive.

Consapevoli dell’importanza della formazione, abbiamo messo progettato un percorso dedicato agli artisti ed educatori con l’obiettivo di fornire ai partecipanti gli strumenti per:
• costruire percorsi in cui gli i bambini e ragazzi siano autori di contenuto, potenziandone le capacità espressive;
• rafforzare la relazione negli spazi educativi, dando voce alle loro istanze, attraverso i linguaggi artistici.

ARTvocacy è un neologismo nato dalla fusione di ART e advocacy, ad indicare che ad assolvere la funzione di portavoce dei diritti dell’infanzia non è l’operatore di advocacy ma l’arte, attraverso l’intervento mirato e strutturato di artisti/e che collaborano con ForMattArt.
Alla dimensione dell’advocacy, del “dar voce” a soggetti fragili o marginalizzati, si aggiunge la funzione di empowerment, ossia di autodeterminazione che consiste nell’aiutare bambini ed adolescenti ad utilizzare al meglio le informazioni ottenute per accrescere il potenziale
inespresso e ad incrementare la fiducia in se stessi.

L’advocacy, in quanto azione collettiva volta a riconoscere, tutelare e rendere effettivi i diritti della “persona”, getta a sua volta le basi per originare e costruire nuovi diritti sul difficile ma generativo terreno del conflitto, spazio in cui, spesso, gravitano i diritti più compromessi, perennemente a rischio, esposti alla violazione, così come i soggetti che ne sono titolari.
Nella fitta trama dei rapporti sociali e giuridici, l’advocacy è anche un indicatore di nuove istanze, di nuovi bisogni e di voci “altre” che (r)esistono all’ostracismo.
Sdoganando l’arte da un luogo “altro” non facilmente frequentabile (si pensi alla marginalità che occupa l’arte nella didattica scolastica), ARTvocacy trasferisce l’attività educativa nella dimensione del bello, facendone il suo “stile pedagogico”.
Il diritto al bello del bambino/a e adolescente, tante volte omesso o negato, si traduce in partecipazione e cittadinanza attiva, in capacità di entrare in empatia con l’altro, poiché, come ci ricorda Marco Dallari, “educare alla bellezza significa favorire e formare sensibilità
e competenza emozionale”.

DARE VOCE attraverso l’arte;
DARE FORMA alla relazione pedagogica che legittima l’intervento;
Muovere alla PARTECIPAZIONE.

I laboratori di ARTvocacy hanno l’obiettivo di valorizzare le idee, dare voce ai desideri di bambini/e e ragazzi/e, affinché possano narrare, esprimere opinioni e idee, dialogare con il mondo adulto.
Affinché la loro voce non rimanga inascoltata, le orecchie degli adulti dovranno essere preparate ed educate all’ascolto attivo nella misura in cui saranno capaci di porre attenzione alla comunicazione dell’altro senza formulare giudizi.
Per questo, i percorsi laboratoriali non si indirizzano esclusivamente a bambini e adolescenti, ma prevedono sempre un momento formativo con gli adulti di riferimento coinvolti, affinché siano in grado di interiorizzare, e all’occorrenza riutilizzare, gli strumenti metodologici proposti.

Riassumendo per punti, ARTvocacy® nasce dall’intersezione di tre finalità:
• programmazione,
• realizzazione,
• monitoraggio e valutazione delle attività che comportano la partecipazione di bambini-e/adolescenti sono le fasi che concorrono, in egual, misura al raggiungimento di tali obiettivi
• documentazione pedagogica

Vogliamo provare a piantare un seme al fianco dell’albero dedicato a Franco Rotelli, un primo passo per avviare dei laboratori della città sociale che siano pratica di sviluppo locale, laboratori delle partecipazioni, delle cittadinanze.
Partire dal dar voce ai bambini e ragazzi, amplificandola attraverso i linguaggi artistici, la poesia, il teatro, le arti visive, la musica, la cultura e musica che, come diceva Franco Rotelli, possono indicarci un pezzo di futuro che val la pena rimettersi a cercare.

In particolare per l’anno 2024 il tema che guida i laboratori di ARTvocacy prende spunto dal romanzo “Niente” dell’autrice danese Janne Teller. 

“Niente” racconta la vicenda di un ragazzo che un bel giorno decide di salire su un albero e di non scendere più perché, a suo dire: “niente ha senso”.  La storia di Pierre Anton – così si chiama il ragazzo – si porta dietro l’eco di un’altra vicenda, quella di Cosimo, “Il barone rampante” di Italo Calvino. Entrambi i ragazzi scelgono di salire su un albero e di sottrarsi alla vita di comunità. Entrambi lo fanno perché hanno perso fiducia nel valore della socialità, ma mentre Cosimo con la sua scelta sembra suggerire provocatoriamente la possibilità di un diverso punto di vista, quella di Pierre Anton è una dichiarata resa, una rinuncia dettata dall’assenza di senso.

“Tra pochi anni sarete tutti morti e dimenticati, sarete niente, perciò tanto vale che cominciate a esercitarvi”. 

È questa la frase che Pierre Anton urla a sostegno della sua tesi e che viene accolta come una sfida da chi è rimasto a terra.  Confutare il niente di cui Pierre Anton parla si traduce nella “catasta del significato” che i suoi compagni costruiscono nel tentativo di arginare il vuoto, accumulando oggetti di grande importanza. Il meccanismo però sfugge loro di mano, esponendoli al rischio di un gioco al massacro. In questa disperata ricerca di senso, l’assenza degli adulti è assordante.

Partendo dalla vicenda raccontata all’interno del romanzo di Teller, s’intende portare avanti un’indagine sul campo volta a esplorare il bagaglio valoriale dei ragazzi coinvolti nell’attività di ARTvocacy. 

Cos’è importante per questi ragazzi oggi? 

Quali sono le loro priorità, i valori che guidano le loro azioni? 

Gli elementi irrinunciabili della loro vita? 

Quali sfide sono pronti ad accettare?

Quale limite considerano invalicabile? 

Qual è il ruolo degli adulti nella loro vita? 

Come vivono il loro quartiere? 

E come lo vedono rispetto al resto del mondo?

Per informazioni [email protected]