HAI UNA STORIA CHE VUOI RACCONTARE?

 

UN MONDO DI STORIE NEL CUORE DELLE PERIFERIE MILANESI

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La narrazione come voce, sguardo, emozione in cui incontrare l’altro. L’ascolto delle fasce più fragili, quali quelle degli anziani nelle periferie, come azione di intervento sul territorio e insieme atto di educazione alla convivenza sostenibile.

Così, tra settembre e dicembre del 2017, all’interno del Bando alle Periferie indetto dal Comune di Milano, il progetto ‘Ti racconto una storia, la tua’ è entrato nei quartieri Giambellino-Lorenteggio, Adriano-Padova-Rizzoli, Corvetto-Chiaravalle-Porto di Mare, Niguarda-Bovisa e Qt8-Gallaratese, per raccogliere e testimoniare alla cittadinanza le storie di oltre 60 anziani: uomini e donne che hanno accettato di raccontarsi a più giovani biografi, formati in un percorso dedicato, per costruire un dialogo fra generazioni.

Obiettivo del progetto, quello di favorire l’instaurarsi di legami tra le diverse anime che popolano il territorio urbano, tra le pagine di questo ‘giornale’, alcuni dei passi percorsi.

A partire dagli stralci di alcune delle storie incontrate: Betty, Dario, Giancarlo, Guerino, Marco, Cosimo, Pino e Renata, storie diverse che trovano punti di corrispondenza nella semplicità della vita, uomini e donne accomunati dall’essere testimoni del tempo, in una Milano – città di nascita o di adozione – da descrivere con un sapore, un odore, un colore, un ricordo.

Non solo, la narrazione esce dal foglio di carta e si fa fiaba da raccontare ai più piccoli nella voce di alcuni dei nonni protagonisti del progetto; o, ancora, si fa cibo ed entra nelle cucine con le ricette della memoria, da tramandare all’interno di una famiglia che diventa così allargata. Oppure, si canta sulle note di musiche della tradizione, in una serenata all’interno di un cortile, o in una abbazia che ospita giovani musicisti di fronte a una platea, se non più giovane all’anagrafe, fresca nel cuore. Tutto questo è ‘Ti racconto una storia, la tua’. Un percorso che si fissa sul territorio, arriva sulla carta, va in video e sul web, con molteplici occasioni di restituzione alla comunità, perché i cittadini possano sentirsi protagonisti di un cambiamento, di un incontro con l’altro, duraturo.

Con il contributo del Comune di Milano l’APS Formattart – in rete in rete con altre realtà locali e nazionali quali Libera Università dell’Autobiografia, Forndazione PIME onlus,​ Associazione UBI MINOR , Associazione  Comunità Il Gabbiano onlus, Anteas Milano, Associazione CibiLab, Verso Itaca onlus – sperimenta nelle periferie dell’area milanese un approccio e una modalità di intervento in grado di  ridurre il rischio che storie di solitudine e di autoisolamento di persone anziane si trasformino silenziosamente in  disagio estremo. Al tempo stesso agevolando la relazione con altre generazioni e/o fasce di popolazione presenti sul territorio.

Città Lupa, Sorella, Battaglia Il video è stato ideato da Francesca Marconi e Federica Di Rosa, Musiche di Luigi Suardi, Violino Giovanni Zof.

FRANCESCA MARCONI

Francesca Marconi è un’artista visiva e relazionale, si occupa da anni di progetti di arte pubblica attraverso una metodologia partecipativa. Lavora principalmente in contesti umani e geografici di confine attraverso i codici ibridi dell’arte contemporanea e del documentario. Sono nata e cresciuta nelle periferie,  e oggi dopo questo progetto, penso ancora di più che la periferie sia un luogo relativo, vi è sempre la periferia di una periferia, vi è sempre un sud più al sud. La periferie è solo uno spazio dove le esperienze arrivano per prima, insieme ai conflitti ma anche alle possibilità. La periferia è un laboratorio dove è possibile osservare e  riscrivere il nostro futuro.

 

FEDERICA DI ROSA

Non sapevo cosa portare con me in questo viaggio nelle periferie di Milano, avevo solo qualche domanda.
Quando dalle domande si sono aperte finestre e stanze, qualcuno dentro un caffè ci ha messo la sua storia. Poi dal nome di una strada ho visto aprirsi sorrisi, e da un balcone è scesa una lacrima giù in cortile. I volti di una città che ha voglia di raccontare non sono mai stanchi, si svelano a poco a poco dietro le porte, in mezzo ai palazzi, sulla strada, dove le parole accelerano, perdono l’orientamento e poi all’improvviso si fermano, sostano sotto il lampione di un ricordo, ripartono brusche a un semaforo, si accomodano dolcemente all’angolo e aspettano. Ma è sempre l’ora di ripartire: qui ricomincia ogni mattina, il viaggio.
Federica Di Rosa, drammaturga. Collabora come autrice e dramaturg con teatri e associazioni culturali tra cui il Teatro Franco Parenti, Zona K, Formattart, il Teatro Coccia. Lavora inoltre all’ideazione e realizzazione di progetti artistici nel sociale e per l’infanzia e adolescenza.

 

LUIGI SUARDI 

Attratto dalla fusione tra aspetti creativi, comunicativi e tecnici di musica e audio hO svolto studi approfonditi e maturato esperienze che mi hanno reso un professionista tout court nell’ambito della composizione, della produzione musicale e del sound design. Ho iniziato il mio percorso formativo all’età di sette anni, suonando la tromba e studiando teoria musicale: questo mi ha consentito di fare esperienza ed esibirmi all’interno di orchestre junior, orchestre a fiati e corpi bandistici, eseguendo repertori che vanno dall’opera ad arrangiamenti per big band. Laureato in Scienze e Tecnologie della Comunicazione Musicale presso l’Università degli studi di Milano, seguendo corsi di fenomenologia, pedagogia, editoria, Informatica ed economia musicale, ho potenziato la tecnica strumentale, la composizione, l’arrangiamento e l’improvvisazione frequentando scuole di musica moderna nel milanese.
Da diversi anni collaboro come assistente col produttore e compositore piacentino Giancarlo Boselli operando al suo fianco e, da ultimo, anche in maniera indipendente nell’ambito dell’industria discografica, cinematografica e pubblicitaria, della musica per il teatro, della post-produzione audio/musicale. Nel frattempo la sua formazione si è ampliata attraverso lo studio della Direzione d’Orchestra. Sto conseguendo la seconda laurea in Composizione per le immagini presso la Fondazione Civica Claudio Abbado di Milano.

 

 

 

Marco Baglio

Insegno lettere in un liceo: mi occupo perciò di ragazzi, e anche di parole. Amo le persone, la musica, i libri che hanno un’anima. Vivo a Milano, ma la testa è sempre fra le montagne

 

 

Claudia Pagano 

Sono nata e cresciuta a Napoli finché mi sono trasferita a Milano, dove lavoro con ricercatrice scientifica. Dopo il conseguimento della laurea in Fisica, ho frequentato un Master nel Regno Unito e vissuto per dei brevi periodi in Florida. Amo trascorrere il mio tempo libero con amici, al cinema, a teatro, cimentandomi in qualche nuovo sport o attività e … viaggiando. Conoscere nuovi mondi, farsi affascinare da panorami emozionanti, andare in visita da vecchi amici sono esperienze essenziali per me.

Giovanna Coleschi

Giovanna Coleschi è nata ad Arezzo e vive a Milano ormai da 30 anni. Si occupa di editoria e insegna italiano agli stranieri. Ama Milano perché è una città che accoglie tutti; si interessa di ogni aspetto di questa grande città, anche di quelli meno facili ma sicuramente più interessanti e suggestivi. Ritiene di saper scrivere e per questo vuole mettere al servizio della comunità questo suo dono.

 

Giulia Pellegrinuzzi

Mi chiamo Giulia Pellegrinuzzi, sono nata a Milano dove vivo e lavoro svolgendo attività libero professionale in qualità di Psicologa Psicoterapeuta. Attualmente collaboro con l’Associazione Comunità Il Gabbiano onlus su diversi progetti sul territorio.

 

 

Viola Rindone

Mi chiamo Viola e frequento il penultimo anno del Liceo Classico. Scrivo, sogno, osservo e poi scrivo di nuovo. Scrivo da sempre: fin da piccola ho giocato con le parole e l’immaginazione, intrecciando ripetutamente verità e fantasia. Partecipo a questo progetto perchè mi piace raccogliere schegge e frammenti di storie abbandonate ai margini di una realtà frettolosa, per poi tesserli insieme in una fitta ragnatela di ricordi e frasi in corsivo… un racconto.

Corrado Mandreoli 

Ho 62 anni, tre figli e un nipote, sono nonno da 8 anni. Ho maturato una lunga esperienza in campo sindacale ed in particolare nelle politiche sociali. I temi che più mi appassionano sono quelli che affrontano l’esclusione sociale. Penso che il lavoro sia il terreno più utile, non esclusivo, per restituire dignità, diritti e opportunità per costruire un percorso di integrazione. Carcere, salute mentale, disabilità, dipendenza da gioco e sostanze, migranti, povertà sono gli ambiti in cui ho lavorato per molto tempo e con grande arricchimento personale.

 

Marco Bignoli

Lettore vorace, a cinquantanni ha ritrovato l’antica passione per la scrittura. Formando alla Scuola di scrittura autobiografica della Libera Università dell’Autobiografia di Anghiari, ho conseguito nel 2017 il titolo di “cultore in scrittura autobiografica”. Ho partecipato ai laboratori di scrittura autobiografica del progetto “In nome del padre”, sono stato uno degli animatori di Spazio Imperfetto, luogo di libera espressione e di incontro tra arti. Per mantenere la mia famiglia e i miei interessi mi occupo di ricerca sociale e di marketing per un importante istituto di ricerche di mercato.

 

Claudia Martini

Prima donna poi regista, sono nata a Milano, ma passo infanzia, adolescenza e prima giovinezza in Liguria a La Spezia . A 20 anni lascio il mare per intraprendere il mio viaggio verso l’indipendenza. Ho passato la mia vita professionale a raccontare storie di oggetti, persone ed aziende, spero di contribuire alla creazione skyline periferico della grande Milano.

 

Pietro Mirabelli

Mi chiamo Pietro e frequento l’ultimo anno in un liceo scientifico. Amo ascoltare perché dall’esperienza di ognuno si può ricavare qualcosa.

 

 

 

Monica Bozzellini

Appassionata di comunicazione, giornalista, a 50 anni passati ho preso in mano la mia vita professionale e l’ho ribaltata. Oggi sono presidente di un’associazione culturale che intende valorizzare e diffondere una cultura delle diversità. Perchè credo che solo andando incontro a ciò che è altro da noi, possiamo cogliere ed esprimere la pienezza di noi stessi e della vita.

 

   Pasqualina Gullo

Mi chiamo Pasqualina e sono una donna in crescita e di passaggio con varie passioni e interessi tra cui la fotografia, il viaggiare e la storia anzi le storie ma quello che soprattutto mi accompagna è il piacere di sdrammatizzare la vita

 


Iris Caffelli

Irrequieta e curiosa, amo correre nelle periferie delle città, tra cantieri e caseggiati popolari. Un po’ runner e un po’ flâneur.  Ho un’insana passione per il vento e per il mio cane, Zoe.

 

 

Giuliana Muti

Laureata in Medicina e Chirurgia, specialista in Ematologia e Medicina Interna. Ha lavorato in qualità di Dirigente Specialista Ematologo presso la SC Ematologia dell’AO Ospedale Niguarda di Milano. Dal 2015 svolge attività di volontariato per la scuola di italiano per donne migranti della “Casa delle donne di Milano”, e dedica sempre più tempo e attenzione ai temi del disagio sociale, in particolare al fenomeno migratorio.

 

Consuelo Vignarelli

Mi chiamo Consuelo e la cosa che più amo fare è mettere insieme pezzi diversi per trasformarli in altro. Come con le parole. Dette, ascoltate, sussurrate, scritte, insieme si trasformano in storie. Scrivere, scrivo da sempre, per mestiere. Ascoltare pure, ma ancora ne devo fare di strada per imparare. Sono felice di essere in questo progetto perché posso ascoltare e scrivere e contribuire a generare storie per portare al sicuro stralci di vita che diventano emozione restituita a tutti.

 

Giusi Corbelli

Mi chiamo Giusi, ho 51 anni e una grande passione per tutte le storie del mondo. Ho una famiglia numerosa, dal 1991 lavoro nel settore della produzione televisiva e dal 2003 insegno italiano agli stranieri. Quest’ultimo è un impegno che mi appassiona particolarmente e mi regala grande soddisfazione.  Alla fine di ogni anno scolastico mi sembra di aver fatto un lungo viaggio in compagnia di uomini e donne che è stato bello incontrare.

 

 Irene Oddi

Sono Irene Oddi. Amo gli animali, i colori, il buon cibo e la campagna. Sono una educatrice e lavoro con bambini disabili. Sono curiosa delle persone e del mondo, mi interrogo sui “perché” anche se spesso non trovo risposte.

 

 

Manuela Montanaro

Sono da sempre un’appasssionata lettrice, curiosa del mondo e delle vite dei suoi abitanti. Ho lavorato per molti anni nel settore delle Risorse umane e della Formazione di una grande azienda e ora, terminato il mio percorso lavorativo, mi occupo come volontaria di progetti sociali nell’ambito delle pari opportunità. Credo nell’ “apprendimento continuo” perché, come disse Albert Einstein: “Once you stop learning, you start dying” (quando smetti di imparare, cominci a morire).

 

Serena Adriana Poerio

Nata sotto il segno dei pesci a Pozzuoli, sono arrivata a Milano nel 2006. Giornalista, per anni ho diretto una testata specializzata nel settore  comunicazione. Nel 2018 si è aperto un nuovo capitolo della vita, in cui ho scelto di dedicarmi a nuove espressioni di scrittura e a progetti i cui contenuti possano avere un impatto etico e sociale. Ho un diario online (serenaadriana.it) attraverso cui mi racconto come persona e come scrittrice. Appassionata di arte, discipline olistiche e fotografia, vedo nel mio orizzonte il mare.

Laura Gaggini

Bambina viziata e avventurosa, ragazzina sognante e solitaria, adolescente avida lettrice e introversa, ragazza caparbia e innamorata della vita, donna in continua ricerca e aperta al mondo….. cinquantenne a una svolta nella sua vita e “splendida” sessantenne appagata del suo mondo interiore ed esteriore ma sempre alla ricerca.

 

La città che cresce supera i propri limiti, verso l’esterno e verso l’interno.
Così i suoi abitanti, nell’avvicinarsi l’uno all’altro, scoprono che non ci sono confini alle storie delle persone e che ogni racconto può rappresentare una parte del cammino di ciascuno di noi.
Tra narrazione e ascolto, tra memoria e presente, in un dialogo tra generazioni, ‘Ti racconto una storia, la tua’ ha incontrato il racconto di una Milano che porta con sé il patrimonio del tempo vissuto.

Come quello di Gian Carlo 77 anni, che a Milano chiederebbe un po’ più di ‘civiltà’, di Dario che di anni ne ha 71 e che della sua città dice è una ‘StraMilano’, o, ancora, di Betty nata e vissuta al Gallaratese, la sua coperta di Linus. E poi, quello di Guerino, nato in terra libica dove il padre faceva il servizio militare; di Marco, che della zona 9 conosce ogni mattone e che rimpiange quello che un tempo era il rispetto tra ricchi e poveri; di Pino, che a Milano vorrebbe regalare un sorriso tra le persone, Renata, che della sua infanzia e gioventù porta con sè il valore della sincerità, insieme ai racconti della guerra degli adulti e di Cosimo che vorrebbe la città più fiduciosa e solidale.

Come in un gioco di specchi, le loro voci percorrono tappe di vita, tracciano il sentiero che li ha visti crescere e maturare a Milano o esserne accolti dopo una gioventù passata fuori dai confini della metropoli.

Quelli che incontrate in queste pagine sono frammenti, stralci delle loro narrazioni, a breve caricheremo le loro biografie complete sul sito. E mentre si raccontano, disegnano il profilo di una città che cambia… ​

Ci racconta la sua storia Rocco che arriva a Milano nel 1960 con il profumo delle arance rosse della sua Sicilia nel cuore… oltre al suo grande amore, Concetta. La biografa di Rocco è Claudia Martini.

Domenico, Nicuzzo come lo chiamavano da piccolo, il mare e la sua Palermo raccolta da Claudia, la storia di  Madame Rosa ce la racconta Pasqualina…

Giusi ci racconta la storia della Gina che guarda sempre avanti, che ci canta anche una canzone: La Madunina del Pont De Crescenzag di Don Enrico Bigatti – Musiche D. Dusi “Te se ricordet , in temp de guera quand, o Madona, i por giovinott del Bosc, di Trecà, de via Berra, de tutt Crescenzàg, con’t el fagott pasavan de chi per andà ‘l front e Ti te piangèvet in sul pont? Ritornello: Quand la matina  un a lavorà. E quand la sera se vegn a cà, la Madunina l’è semper là” … (scopri di più su Crescenzago).

Loredana il suo primo viaggio da sola l’ha fatto nel 2004. La crociera sul Nilo è stato bellissimo. Era il suo sogno.

Maria Pia, che la sua Biografa Giuliana descive così: “Morbida fuori, solida e compatta dentro! Non è una nuova barretta di cioccolato, è l’immagine di Maria Pia, la narratrice. Piccola, sarda, asciutta, svelta, garbata. Occhi vivaci, luminosi; le mani si muovono poco. La bocca narra una storia che preme, che ha già ricostruito con se stessa, prima che con me.”

Corrado, il biografo di Annamaria, arriva dopo diverse peripezie in fondo al Giambellino, un quartiere periferico reso ancor più inaccessibile dai lavori della metropolitana. L’appuntamento con Annamaria è davanti alla Madonna. E una donna minuta dal passo svelto, un poricurva per non far cadere il cappotto appoggiato sulle spalle. Arriva nel cono di luce della piccola edicola, alza la testa e due occhi sorridenti mi chiedono “Corrado?”

Guerino racconta a Serena, la sua biografa, della sua infanzia in Libia “Noi nipoti eravamo in 4, 4 fratelli tutti maschi, figli di Brigida e Domenico. C’era Piermario, Guido, io e Florio. Andavamo tutti d’accordo. Non avevamo da litigare come ora “questo è mio, questo è tuo”, il mio era il nostro. Quando uno non ha niente, ha tutto. Non c’era il possesso. Non avevamo niente e quello che si trovava era nostro. Era una vita diversa, una vita agreste.Èdifficile concepire la non competizione. Era un altro tempo. Ripeto: quando uno non ha niente, non ha nemmeno l’invidia”. Ci racconta dell’Italia e del suo grande amore.

Laura è la biografa di Giovanni che ci racconta  che ha imparato a coltivare l’orto dal  nonno contadino “…mi ha impostato tutte le aiuole, poi io mettevo i semi, seguivo le varie stagioni, innaffiavo, tenevo pulito. Ancora adesso mi piace fare quei minestroni pieni di verdure e con profumi intensi”

Ti cucino una storia: tra cucina narrativa e educazione alimentare

Nella cornice tanto storica, quanto attuale della scuola di cucina Altopalato, ospitati e guidati da Terry e Toni Sarcina, sperimentiamo un vero e proprio (video) happening culinario. Qui, alcuni degli anziani coinvolti nel progetto ‘Ti racconto una storia, la tua’ cucinano i piatti della loro infanzia, dialogando con Terry e Toni Sarcina che intervengono correggendo abitudini alimentari potenzialmente dannose alla salute. Da Via Padova al Giambellino, dal Piemonte alla Sicilia, un’esplosione di gusti e gioia, per una giornata davvero diversa dal solito.
Verso il passo successivo: quello di estendere ‘l’invito’ anche ai giovani studenti.

Loredana – La ricetta classica dei pizzocheri valtellinesi

Stella – Il vitello tonnato

Gianluca – Risotto alla milanese (senza midollo)

Giovanna – Le sarde a beccafico

 

Alcuni momenti nella cucina di Altopalato

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La scuola

LA TUA STORIA IN CLASSE: ASCOLTO, QUINDI, CRESCO

Un vero e proprio incontro tra generazioni, “Ti racconto una storia, la Tua” è arrivato nelle scuole con un percorso laboratoriale sulle tematiche dell’identità, attraverso la metodologia autobiografica e dell’incontro con l’altro, grazie agli educatori dell’Ufficio Mondialità della Fondazione PIME onlus. Tra i compiti degli 850 studenti che hanno partecipato ai laboratori, quello di scoprire la storia di una persona che abita il loro quartiere, che vedono ma non conoscono. E’ così che insieme a loro si è lavorato sugli intrecci di storie del quartiere e sull’arte di ascoltare, per costruirci insieme come identità narranti e interculturali. Il fatto che l’acronimo di Ti racconto una storia, la Tua sia “TRUST”, fiducia, ci permette di giocare sul tema della fiducia nell’Umanità, della possibilità di riscatto delle periferie , esistenziali e non , sulla valorizzazione del quartiere a cui si appartiene , sulla fiducia nel tessuto sociale e nelle nostre possibilità di farne parte in termini virtuosi… “

Anche i più piccini sono stati coinvolti nel progetto proprio dai “nonni” di ANTEAS Milano che, con il libro ““Nonno, raccontami una storia vera” hanno fatto divertire ed emozionare 5295 bambini (scarica il libro)

La Formazione

a cura della Libera Università dell’Autobiografia di Anghiari con  Ludovica Danieli, Donatella Messina, Maria Gaudio

La prospettiva autobiografica e biografica si lega fin dai suoi inizi a una ulteriore visione del lavoro sociale e culturale in senso ampio: il contributo delle pratiche autobiografiche in questi ambiti va nella direzione di connettere individui e contesti, un sociale che socializzi non solo i problemi ma anche i desideri, che generi legami. Diventa obiettivo importante per chi opera anche in ambito culturale aprire spazi di conversazionalità in contesti collettivi attivando la possibilità di confrontarsi, scambiare, riconoscere e riconoscersi riflettendo intorno alle comunanze e alle differenze di ogni singola storia. Raccogliere storie per trasformarle in biografie ci fornisce descrizioni, osservazioni, memoria su come si vive, si è vissuto in un luogo, in un territorio, in una famiglia, in una scuola, in una azienda, in una biblioteca, in qualsiasi situazione in cui gli esseri umani si siano scambiati racconti e abbiamo appreso reciprocamente. Ci permette di conoscere meglio una data realtà, ci permette di raccogliere il livello emotivo che una realtà organizzativa, comunitaria esprime. Il corso ha previsto uno spazio di formazione in aula e uno spazio di raccolta delle storie individuali degli anziani per restituire alla collettività queste memorie individuali. Una formazione che include la pratica della raccolta di storie di vita, e in questo caso degli anziani residenti nei quartieri già individuati. Gli attori del progetto formativo sono:

I BIOGRAFI: custodi sociali, volontari, operatori di realtà del terzo settore, scuole, interessati ad intraprendere un percorso di formazione volto alla trasmissione degli elementi metodologici utili alla raccolta delle storie e alla loro scrittura.

I NARRATORI: anziani residenti nei quartieri individuati.

EDUCATORI attraverso il percorso L’EDUCATORE E L’AUTOBIOGRAFIA

Il percorso di formazione per EDUCATORI ha fornito un’occasione formativa agli educatori rivolta a riflettere e sperimentare l’attivazione, in contesti scolastici, di un tempo e di uno spazio, rivolto a bambini e ragazzi, di educazione interiore, quale esperienza di una pedagogia della memoria e del racconto di sé attraverso la scrittura autobiografica e la lettura, mediatrici di una relazione con sé e con l’altro. Il progetto formativo ha esplorato in modo particolare tre motivi 1) Il disegno e la scrittura autobiografica con Maria Gaudio 2) La fotografia e la scrittura autobiografica con Ludovica Danieli 3) La fiaba in scrittura autobiografica con Donatella Messina I partecipanti saranno accompagnati in un percorso che intreccia spunti e riflessioni teoriche con le pratiche. Gli studenti sono stati sollecitati ad attraversare in prima persona la scrittura sperimentando forme inusuali per narrarsi; si scrive anche per sperimentare un linguaggio metaforico, poetico, sollecitatore di nuove visioni e aperture.

Grazie agli studenti e insegnanti delle scuole coinvolte

Scuola Secondaria I grado Anemoni, Scuola Secondaria I grado Dino Buzzati, Scuola Secondaria I grado Quasimodo, Scuola Secondaria I grado Lombardini, Scuola Secondaria I grado Maffucci, Liceo Linguistico – Scientifico, Scuola Secondaria I grado via Gallarate, Scuola Secondaria I grado via Sapri, Istituto Professionale Alberghiero “C. Porta”