Elena Pedrazzini, ogni venerdì segue attenta il laboratorio teatrale. Non può scattare immagini e allora prende appunti, raccoglie riflessioni, parole per un diario di bordo che narra il processo del lavoro teatrale dentro l’istituto.

Elena c’era anche il giorno della performance finale, pronta a scrivere e a raccogliere anche le riflessioni degli spettatori.

Sogno e son desto è andato in scena il giorno 16 febbraio all’interno della rotonda della Casa Circondariale Francesco Di Cataldo, nota come il carcere di San Vittore di Milano. Giulia Donelli, Sonia Gobbi e Livia Rosato hanno redatto un meraviglioso copione attraverso l’unione dei ricchi contenuti che sono stati il risultato del laboratorio teatrale a sostegno della genitorialità, che si tiene ogni venerdì pomeriggio nell’area scolastica di San Vittore – i cui attori sono numerosi detenuti che hanno tanta voglia di mettersi in gioco – e il laboratorio di scrittura autobiografica tenuto da Laura Gaggini e Marco Baglio che hanno mantenuto il tema del sogno come filo conduttore.  La trama di Sogno e son desto riguarda il rapporto che si ha con i propri sogni e con i sogni delle persone che ci circondano: il desiderio di voler essere liberi, il ricordo di una serata con gli amici, l’incontro con la propria mamma, la sua mancanza, la nostalgia e l’abbandono.  L’idea del tema del sogno è sovvenuta ad un veterano del laboratorio, per lui i nostri sogni sono l’essenza dei desideri, di ciò che vorremmo inseguire; infatti, il momento in cui viviamo veramente è proprio quando sogniamo poiché possiamo essere qualsiasi cosa, in qualsiasi luogo e in qualsiasi momento e ovviamente siamo felici.  A volte, veniamo sovrastati dalla presenza buia e pesante degli incubi, l’importante è trovare il modo di tornare a danzare leggeri come delle piume, ricordandoci che “era soltanto un sogno”.

Di seguito alcune riflessioni di un paio di spettatori:

Attraverso la messa in scena avete realizzato qualcosa di speciale: un ponte tra persone di età tanto diverse, originarie di luoghi e tradizioni differenti. […] Una capacità squisitamente umana, che ci distingue dagli animali, che ci rende tali proprio per il sapere immaginare, guardare avanti, sognare qualcosa che non c’è ancora ma che arriverà, che potremo realizzare.  L’idea che sognare sia una specie di evasione dalla realtà materiale è un pezzetto del puzzle, una visione parziale di un potenziale molto più grande. Sognare, nel sonno o in uno stato rilassato di veglia, ci permette di esplorare mondi sconosciuti, dentro di noi come in altre dimensioni. […]

Ognuno di noi è un piccolo grande universo, dentro c’è tanto, tanto, tanto e ce lo avete mostrato ancora una volta con una piuma lieve capace di evocare un mare di acqua ed emozioni, ricordi passati, desideri e la visione di un futuro luminoso per tutti.  […]

Non smettete mai di sognare per voi stessi e per il mondo intero.

Ai ragazzi vorrei dire e sottolineare quanto importante sia credere al significato del collettivo, del condividere insieme: questo attraverso l’arte diventa credere nel futuro, desiderare, sperare che tutto possa sempre cambiare in meglio. La libertà e gli altri sono sempre essenziali per tentare di vivere da esseri felici. 

Gli attori: Silvano, Rachid, Yassine, Amine, Martin, Jean, Mahmoud, Manuel, Hamza, Walid, Ibrahim, Karim, Omar, Kristian, Alexis, Alessandro, Manuel, Roman, Roberto. Le attrici: Sonia, Livia, Mariadina.